L’archeologia a scuola

 (“Bisogna imparare a guardare le cose con gli occhi di chi non le vede più”) 

 

La scelta di un P. O. N. avente come finalità l’apprendimento teorico e pratico delle tecniche di indagine archeologica è scaturita  dall’esigenza  di applicare  i principi di quella che si definisce didattica dell’antico.

Le scelte metodologiche compiute hanno infatti mirato ad un coinvolgimento diretto degli studenti nella ricostruzione del fatto storico. Le fonti son state materialmente recuperate, classificate, quindi interpretate e utilizzate per rispondere ad una nostra domanda

Notevole, ci è parsa, la ricaduta didattica. Attraverso questo recupero“consapevole” di ogni “segno” o messaggio del passato, l’antico non è più apparso del tutto avulso dalla nostra realtà, ma presente in un quotidiano contatto ed in una continua frequentazione, diversamente da quanto accade  nell’ambito una didattica fortemente ancorata agli aspetti contenutistici e nozionistici.

Inoltre, trovandoci in un liceo classico, è come se le lingue classiche insegnate si fossero finalmente materializzate e stabilissero un contatto “fisico” con gli studenti. E trattandosi di studenti siciliani, oserei parlare di un contatto “genetico”: le lingue  e la civiltà che si studiano appartengono al  Dna di questi adolescenti che hanno materialmente “dissepolto” il passato su cui poggia il loro presente e su cui costruiranno il loro futuro. Notevole contributo alla costruzione di una più forte identità individuale e collettiva. 

La prof.ssa Maria Rosaria Grasso (docente del corso)

La prof.ssa Giusi Marchese (tutor del corso)

 

 

 

 

 

 

 

Video realizzato dagli alunni che hanno frequentato il corso PON “L’ARCHEOLOGIA A SCUOLA”